

Forse però fu il 1920 l'anno chiave di questa sua passione. Fu allora infatti che lo Strand Magazine pubblicò Fairies photographed - an epoch making event, l'articolo in cui Doyle difendeva con vigore l'onestà e l'autenticità delle fotografie con cui le piccole Elsa Wright e Frances Grittiths erano riuscite ad immortalare in un giardino di Cottingley delle affascinanti piccole fate. Doyle, inizialmente scettico, aveva incontrato le piccole e le loro famiglie e si era convinto della reale esistenza del Piccolo Popolo. Così come si era convinto della possibilità di comunicare con gli spiriti, attività cui del resto era dedita anche Lady Doyle, una medium all'epoca piuttosto nota. Ecco dunque: il papà di Holmes era completamente agli antipodi del suo personaggio, così razionale e deduttivo, così simile al prestigiatore Houdini, che per anni smascherò maghi truffaldini, sedute spiritiche con tavolini truccati e annessi guazzabugli. Eppure io penso che Houdini, proprio come Doyle di cui fu grande amico pur nei contrasti, nella vita dopo la morte avrebbe davvero voluto credere. Quanto meno per poter rincontrare l'amatissima madre, colei che per prima -nonostante la povertà e le difficoltà dell'infanzia a Budapest- aveva creduto in lui e, di fatto, nella sua "magia".
La storia di Houdini ce la raccontano numerose biografie ma anche tanti film, come quello ormai mitico del 1953 con Tony Curtis e Janet Leight. Ma ancor più, secondo me, ci fa sentire sotto pelle questo immenso personaggio la mini serie con Adrien Brody uscita proprio quest'anno in USA. Ecco, di tutto questo abbiamo parlato ieri sera, tra letture (consigliatissimo anche Storie degli Spettri di Massimo Scotti) e brani di Mozart, interventi del pubblico e curiosità sugli spaghetti allo scoglio (perché naturalmente, per vie misteriose che non starò ad illustrare, eravamo arrivati alla Trattoria San Calogero di Vigata assieme a Montalbano). Così questa notte mi sono interrogata anche io su spettri e spiritismo, fate e folletti, libri e personaggi. E sono arrivata alla conclusione che Sherlock Holmes, Watson, Houdini, Conan Doyle e le fate di Elsa e Frances... tutto sommato siano vivi ancor oggi e anzi ieri sera siano stati a tutti gli effetti in biblioteca con noi, magari proprio grazie a Lady Doyle. O forse perché, come argomentò il South Wales Argus "Il giorno in cui uccideremo Babbo Natale con le statistiche, avremo condannato il nostro mondo glorioso a una profonda oscurità".
Del resto lo avevano già intuito gli antichi quando scrissero Queste storie non accaddero mai, ma sono sempre. Anche senza medium. Solo grazie al potere delle storie, perché non ne esistono al mondo di più grandi.