martedì 27 dicembre 2022

Modi nuovi per raccontare la storia del costume (e trasformarla in mostra)

Di come, mettendo insieme un fotografo, un artista del ricamo e una collezione di costumi, si possa raccontare gli abiti e chi li ha indossati in un modo del tutto inedito.

Rendere viventi tessuti e antenati. Museo dell'Acropoli, Atene.






sabato 6 agosto 2022

Le Ragazze dell'Aringhe, una storia islandese

Le ragazze delle aringhe. Quelle che arrivavano a Siglufjordur come pioniere perché qui si trovava l’Eldorado delle aringhe, in una corsa all’oro nei grandi mari del nord. Una cittadina che oggi ha poco più di mille abitanti, intorno agli anni Cinquanta ne conto’ anche 10mila: sin da prima della guerra ragazze e ragazzi erano arrivati qui da tutta l’isola. Il lavoro era pesantissimo.


Nei mesi d’estate, quando il sole qui al “quasi polo” non tramonta mai, anche la notte poteva essere interrotta all’improvviso: “Aringhe, sono arrivate le aringhe!” E allora giù dai letti, ragazze aringhe, e di corsa al porto per turni di anche 24 ore: tagliare le teste, pulire i pesci, posizionare il sale, inserire ogni aringa a mezzaluna nel barile (ogni barile finito un coin nello stivale, a fine giornata una ricevuta per i coin totali e quindi la paga relativa). Ci si stancava da matte, ma poi la sera si dormiva e si fumava tutte insieme nelle camerate sopra gli uffici di pesca. Si cucinava, si viveva come in un collegio per signorine inglesi ma senza coprifuoco. Tolti i grembiuli di cerata, ecco il cinema, i balli, le scarpe col tacco, le sottovesti eleganti, i bigodini colorati, le fotografie di Cary Grant, gli occhiali da sole con montature rosa, gli incontri d’amore in città.





Qualcosa che per una ragazza di quei tempi era incredibile ed elettrizzante. Nelle foto e nei video dell’epoca loro sono magnifiche. I pescatori e gli operai invece sono dimessi, impacciatissimi, quasi intimoriti da tanta energia, da tanta passione. Eccole qui le ragazze delle aringhe dell’Islanda del Nord. Protagoniste indimenticabili di un museo strepitoso, accurato, delicatissimo, umanissimo nato per loro (e da loro). Perché quegli anni lì (prima della scomparsa delle aringhe) le han fatte diventare quel che sono ed essere diverse da tutte le loro coetanee. #LeRagazzeAringhe #Siglufjordur @herringmuseum (un luogo, credo, che Pamuk amerebbe tantissimo).





mercoledì 8 giugno 2022

Rossana Orlandi - Milano Design Week

Settimane dell’anno in cui la pausa pranzo dovrebbe essere lunga almeno il doppio. @rossana_orlandi verdissima, luminosissima, elegantissima (con uno scorcio di finestra affacciata su Gerusalemme, amore mio grandissimo, amore mio amatissimo). #designweek












martedì 7 giugno 2022

The Socialite Family: Francia - Milano, andata e ritorno

Ieri tra un’anteprima e una call mi sono intrufolata pure qui. Una pensione vecchio stile in via Vitruvio che @thesocialitefamily ha completamente ricreato e riarredato con l’esprit Italo/francese che è la sua cifra specifica.


Che alla fine, come mi spiega Laurent, che sia piena di colori o con texture speciali o righe marinières o giardini segreti, la casa è il luogo dove stai bene. Non c’è altra definizione che tenga. Merci bien, les amis.
#DesignWeek







lunedì 6 giugno 2022

Il Giappone di Teresa Maresca all'Asian Art Gallery di Milano

 

La fortuna di conoscere e lavorare anche (nel senso più bello e eccitante del termine) con artiste piene di grazia e eleganza sostanziosa e terragna come #TeresaMaresca, donna che coglie il sentire come antenna con onde radio.


Questa volta il suo creare veleggia in Oriente e scompiglia il Kimono d’oro dell’imperatore con opere luccicanti che sembrano poesie (e allora le didascalie non possono che essere haiku scritti in punta di penna). Ancora qualche giorno all’Asian Art Gallery di #RenzoFreschi. Grazie Teresa, che fai detonare universi a colpi di ago e pennelli e mi fai sempre far pace con le assurde e sciocche frenesie nostrane.







Marras (e gli altri) all'Università degli Studi di Milano

Lì dove mi torna sempre non il buonumore quanto un senso proprio di gioia, ecco. Sudatissima (in ogni senso), meravigliosa, illuminante, caotica, verdeggiante #Unimi del mio cuore. E poi con le colonne di Marras sei ancora più splendore!! @nonostantemarras #antoniomarras @pierolissoni e tutti gli altri.











domenica 5 giugno 2022

Alcova - Design Week 2022

 E anche questa volta, se ci fosse tempo per un posto solo da visitare nella Milano della Design Week, a occhi bendati sceglierei (e pure ci tornerei a distanza di poche ore) quella giungla urbana bellissima e inattesa che è @alcova.milano.



Che quando, nonostante l’afa schiacciante, ti spingi sino all’ultimo piano dell’ultimo edificio, quello al di là’ del Tempio, ecco che lassù in alto la scenografa di Garrone, Alessia Anfuso, ti accoglie su una nave da migranti. Tessuti, valigie, odori, consistenze. Come se si partisse in direzione Ellis Island, col nostro bagaglio di sogni e disperazioni.


Con la certezza che le cose che creiamo in questo paese qui possono essere pure straordinarie e bellissime. Anche quando siamo poveri in canna, anche quando non ci crediamo affatto ma poi all’improvviso un odore rende tutto più chiaro e un filo, come quello della Lai, tira un po’ di spiriti e rida’ squarci di “insperata speranza”. @thehouseoflyria












sabato 4 giugno 2022

Sorolla a Palazzo Reale, Milano

Nel sabato dell’interruzione (che poi sarebbe l’etimologia esatta di Shabbat - grazie Uomini e Profeti di @radio3_rai che mi illumini a ogni podcast), recupero le foto di qualche giorno fa. L’aria fresca e oceanica di Sorolla. Il vento da Atlantico, i profumi da Paesi Baschi. Certo c’è tutto il resto della Spagna (dall’Alhambra alla sua Valencia).


Ma è nel suo sapore alla Bloomsbury e nel tuffo verso la Manica che mi conquista questo impressionista che “faceva la corrida con il sole”. #joaquinsorolla








giovedì 2 giugno 2022

Ferdinando Scianna a Palazzo Reale, Milano

Tornare due volte in due giorni a incontrare la Sicilia e il bianco e nero di Scianna (la sua voce nelle orecchie come audio-guida), i sorrisi del suo Sciascia, le confessioni delle cose, l’intimità con gli animali di casa.



“Dalla Sicilia non si va via, si fugge a gambe levate, ma non si smette mai di vivere in Sicilia, anche quando si è lontani. La Sicilia è come Itaca: quando torni sei diverso, non sei più tu e anche la Itaca che conoscevi non c’è più”.