lunedì 12 ottobre 2020

Yoga Festival 2020

All’inizio avvicinarmi all’Oriente - impregnata di classici e di Grecia come sono, impregnata di sillogismi e di tutti gli uomini sono mortali e Socrate è un uomo e quindi Socrate è mortale - è stato per me un continuo mettere in discussione ogni cosa. È stato (ed è) un perenne dubitare e testare e studiare. Un perenne rimescolare, un perenne ricercare. All’Oriente però sempre torno attraverso i quanti, attraverso gli sgabelli di Rovelli che non ci sono però ci sono, attraverso le intuizioni di Capra e i canti orfici che di la’ facevano già tendere le orecchie e ancora attraverso il Libro Rosso di Jung e My Sweet Lord di George Harrison e la gran luce che fece quando andò via.


E poi all’Oriente torno con il corpo, torno con lo yoga che mi fa sentire dove scovare il mio respiro, in quale punto del piede, in quale dito della mano. Torno quando lascio che sia il corpo a dirmi verso quale orizzonte guardare e in che modo lasciarsi andare alle onde. Grazie a @drumayoga e allo YogaFestival (scrupolosamente, perfettamente, amorevolmente organizzato anche in periodo covid) per aver di nuovo connesso le due facce della medaglia con pratiche intense e lezioni bellissime. E grazie sempre a Helga Cavone che fa vibrare le cose. E a Riccardo Bianchi che prima di tutti ha capito che era tempo di avere un tappetino yoga tutto per me. #Yogafestival #yogaeklesa #taodellafisica #helgoland #carlorovelli #fritjofcapra #cristinabiogli #sergiobusi