domenica 19 febbraio 2023

La straordinaria storia di Sally Gabori

 

Questa è la straordinaria storia di Sally Gabori, nativa Kaiadilt cui cercarono di far dimenticare da dove venisse e quale fosse la sua lingua madre. E per un po’, forse, ci riuscirono anche. Salvo che a ottant’anni, in casa di riposo, per la prima volta nella vita Sally mise gli occhi a fessura, prese in mano il pennello, avvicinò la sedia a una tela e tirò fuori tutto quell’io che le risuonava dentro, anzi tutto quel noi e quella memoria che gli avi dei suoi avi le avevano trasmesso.



E quel tutto aveva le tinte del mare, della sabbia, delle reti da pesca e dei vestiti sgargianti. E andava in orizzontale come l’oceano e saliva pure in verticale come gli alberi di acacia. Perché che tu sia un’aborigena che vorrebbero rendere presbiteriana o che tu sia un poeta della Beat Generation che trova le sue radici a Matera e declama poesie a Craco, come John Giorno, arriva un momento in cui (se glielo permetti, se gli lasci uno spiraglio) il luogo da cui vieni, il luogo che sei e che sempre hai conosciuto, torna a farsi manifesto.



Fino al a14 maggio alla Triennale di Milano.






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