Questa è l’ultima fotografia che ho scattato a Sarajevo, ieri mattina, giusto un’oretta prima di andare in aeroporto. Il vento aveva già iniziato a fare il suo giro (poi avrebbe impedito il volo e mi avrebbe messa su un pullman facendomi attraversare il paese per arrivare infine a casa a mezzanotte passata). Chi sa, mi anticipa che lo sentirò ancora dentro, quel vento, per un bel po’. Ma il mal di Sarajevo si era fatto sentire già prima che ci mettessi piede. Una nostalgia preventiva. Forse perché, come ha detto una nuova amica conosciuta poco prima partenza, a Sarajevo ci accomunano cose. E poi però venne questo weekend che sciolse ogni cosa e trasformò un pezzo di me in qualcosa di diverso che non pensavo di contenere, che ancora non conosco veramente ma che sicuramente so di voler amare. Come mi sono innamorata, perdutamente, ardentemente, immensamente di questa città mondo che si chiama Sarajevo.
martedì 18 novembre 2025
Il mal di Sarajevo
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