lunedì 20 maggio 2013

Alla Ricerca

Raccogliendo frammenti della vita di mia nonna, mi sono ritrovata di fronte a una fotografia dei genitori di Anne Frank


Edith incontra Otto, un conoscente di Francoforte sul Meno, durante una vacanza a Sanremo. E' il marzo del 1925. Mia nonna al tempo ha cinque anni e vive per l'appunto a Sanremo, dove è nata. La sua infanzia mia nonna la ricordava come una favola. Sin dal Settecento Sanremo era la città sopra il pan di zucchero, una città fatta di gioia palpabile, come una pasticceria. E mia nonna questa cosa l'ha sempre sentita, soprattutto quando bambina viveva coi suoi genitori all'Hotel de Londres. Lei raccontava che l'hotel fosse loro. I suoi figli pensano invece che i miei nonni siano stati solo i gestori dell'hotel, ma anche di questo parleremo in un'altra puntata.  

E' sempre il 1925, nel mese di maggio questa volta, che i Frank tornano in Riviera per il loro viaggio di nozze. Sul portale ufficiale della Fondazione Anne Frank ho trovato questa foto. Si tratta di una cena di gala in un hotel sanremese nel maggio del 1925. Al tavolo sul fondo ci sono i neosposi assieme ai genitori e a una zia di lei. E a tre signori non identificati. Ecco, la mia ricerca da qualche mese a  questa parte consiste nel cercare di capire quale sia questo hotel. Gli unici elementi caratterizzanti sono le cornici di questi specchi che si innalzano alti verso il soffitto (con gli angoli rientranti e motivi floreali) e le trame delle pareti, forse boiserie dipinte di bianco? 

Ho fatto mille confronti e verifiche. Ho tante ipotesi ma nessuna certezza. Eppure ogni tanto mi chiedo se, da qualche parte oltre quella porta sulla sinistra, in quell'ombra che pare un riflesso di luce verso cui l'uomo in piedi getta lo sguardo, ci sia mia nonna. Con il vestito con sopra le ciliegie, il suo preferito.

lunedì 6 maggio 2013

Edward Lear, The Life of a Wanderer


Edward Lear è un personaggio curioso e per certi versi misterioso. Di lui conosciamo anche dei dettagli spiazzanti, di quelli che quando li trovi segnati in una biografia strabuzzi gli occhi e concentri la memoria, sapendo che magari la data di nascita non la ricorderai (in questo caso parliamo del 1812) ma di certo non dimenticherai che Edward aveva 20 fratelli (venti), soffriva d'asma e di attacchi epilettici ed era piuttosto miope come mostrano gli occhialoni che indossa nelle immagini che lo ritraggono. 



Tra i punti sapidi della sua storia che mi piace ricordare, ci sono:

-il Libro dei Nonsense che racchiude i suoi limerick, affascinanti componimenti in rima dal contenuto umoristico e surreale che ispireranno lo stesso Rodari
-un rapporto strettissimo con il fidato amico felino, Floss
-una bella amicizia con il poeta Alfred Tennyson e con la moglie di lui, Emily
-la vicenda della sua doppia villa a Sanremo (vedere post precedente)

C'è poi in questo geniale autore, una passione per tutto ciò che esotico: dai pappagalli (protagonisti di molte delle sue illustrazioni) all'Italia di metà '800. Perché per chi approdava nello stivale per il Grand Tour, l'Italia era un luogo così: fatto di rovine, opere d'arte, paesani focosi, scorci praticamente medio orientali, profumi e sapori come sono forse oggi per noi quelli di Istanbul e dintorni.

E allora ecco che oltre l'Italia il nostro visita la Grecia, l'Albania, la Siria, la Palestina, l'Egitto. Fino a giungere nella fantasmagorica India.

Ah dimenticavo. Oltre che scrivere e disegnare e viaggiare, Edward è anche musicista autodidatta...
Foss di questo aspetto è particolarmente fiero.

sabato 4 maggio 2013

Villa Verde e Villa Emily: storie di case, pittori e poeti a Sanremo

Rieccomi dopo lunghissima assenza. Non che abbia smesso di scrivere, ma lo facevo qua e là, su word, su carta, su social network. Oggi però questa storia mi va di raccontarla qui perché mi serve uno spazio "fisico" un po' più ampio del solito e che resti visibile per le puntate a venire. Tutto parte da questa foto qui. Si tratta di Villa Emily. La fece costruire a Sanremo nel 1871 Edward Lear, illustratore e poeta inglese che le diede il nome dell'amica Emily, sposa del poeta (e amico a sua volta) Alfred Tennyson. Qualche tempo dopo la fine dei lavori, lo stesso imprenditore edile che aveva realizzato la villa vi costruì proprio di fronte un grande albergo che le toglieva luce rovinandone la vista (della serie: certe cose sono sempre successe). Furibondo l'eccentrico Lear mise in vendita la villa e ne fece costruire una identica proprio sul mare chiamandola Villa Tennyson. A chi gli chiese il perché della casa fotocopia, identica in tutto e per tutto alla prima, Lear rispose che la scelta era motivata dal desiderio di mettere a proprio agio l'amato gatto Foss. A quel punto Villa Emily fu quindi data in gestione come pensione e venne ribattezzata Villa Verde. A condurla per diversi anni fu Dora Kellner, ex moglie di Walter Benjamin, giunta in Italia con il loro bimbo, Stefan. Dora era una donna colta e determinata, figlia di un celebre anglista di nome Leon. Prima di sposare Benjamin era stata la moglie del giornalista Max Pollak. Proprio qui a Villa Verde, in via Hope 6, si rifugiò, in fuga dal nazismo, Benjamin. A Villa Verde, a quanto risulta, Benjamin soggiornò dunque varie volte tra l'ottobre del 1934 e il gennaio del 1938. E secondo le testimonianze dell'ex moglie qui a Sanremo, proprio a Villa Verde, andarono smarrite due valigie contenenti quello che per qualcuno era il suo tesoro: alcuni preziosissimi scritti che non sono mai stati ritrovati. Come quelli che si dice sparirono a Port Bou subito dopo la sua morte, il 26 settembre del 1940...

to be continued