venerdì 7 novembre 2014

Biblioteche, folletti e sedute spiritiche

Ieri sera l'ho trascorsa in uno dei luoghi che amo più al mondo: la biblioteca. Frequento questi spazi magici sin da quando ero bambina e a scuola mi consegnarono la famosa lista delle letture per le vacanze invernali. Così fu la volta del Canto di Natale e de Gli Occhi dell'Amaryllis, un volume Mondadori Junior che mi aprì gli occhi sul piacere immenso, impareggiabile e sensuale che leggere mi provocava. Da lì sono iniziate frequentazioni assidue, direi quasi settimanali: necessarie, imprescindibili, spesso rivoluzionarie. Andavo in biblioteca con mamma, poi coi compagni di basket, con le amiche, con mia sorella. Ma spesso anche da sola. E ne uscivo sempre carica di storie, curiosa e felice come poche altre volte nella vita. Ieri sera, dunque, mi è capitato, quasi per caso, di scoprire e di vivere una biblioteca che non conoscevo, quella di Paderno Dugnano. L'ha progettata, recuperando un antico opicificio tessile, Gae Aulenti regalando all'ex Tilane una funzionalià nuova, eppure capace di

portare con sé un pezzo di memoria autentica di ciò che un tempo quel luogo era stato. Erano le nove e presentavo, assieme alla bibliotecaria (la magnifica Laura Fusetti che ringrazio per la deliziosa accoglienza), ad alcune lettrici e ad un bravissimo musicista, il piacevolissimo libro di un amico, Sherlock Holmes. La Sfida degli Spettri. E' stata così l'occasione di fare due chiacchiere assieme a Luciano su tre personaggi decisamente affascinanti: il detective di Baker Street, naturalmente, ma anche e soprattutto Sir Arthur Conan Doyle e il grande Houdini. Nel libro infatti i tre si incontrano, si scontrano e si confrontano, proprio come accadde nella realtà. Medico e chirurgo affermato, infatti, nella seconda parte della sua vita Doyle si avvicinò all'occultismo e anzi ne divenne fermo sostenitore e portavoce. Conan (cresciuto tra i folletti e gli gnomi che popolavano le storie narrate da sua madre e i fogli riempiti di schizzi di suo padre, che verrà poi internato in manicomio) si avvicinò al paranormale pian piano, probabilmente mentre già scriveva le prime storie di Holmes.

Forse però fu il 1920 l'anno chiave di questa sua passione. Fu allora infatti che lo Strand Magazine pubblicò Fairies photographed - an epoch making event, l'articolo in cui Doyle difendeva con vigore l'onestà e l'autenticità delle fotografie con cui le piccole Elsa Wright e Frances Grittiths erano riuscite ad immortalare in un giardino di Cottingley delle affascinanti piccole fate. Doyle, inizialmente scettico, aveva incontrato le piccole e le loro famiglie e si era convinto della reale esistenza del Piccolo Popolo. Così come si era convinto della possibilità di comunicare con gli spiriti, attività cui del resto era dedita anche Lady Doyle, una medium all'epoca piuttosto nota. Ecco dunque: il papà di Holmes era completamente agli antipodi del suo personaggio, così razionale e deduttivo, così simile al prestigiatore Houdini, che per anni smascherò maghi truffaldini, sedute spiritiche con tavolini truccati e annessi guazzabugli. Eppure io penso che Houdini, proprio come Doyle di cui fu grande amico pur nei contrasti, nella vita dopo la morte avrebbe davvero voluto credere. Quanto meno per poter rincontrare l'amatissima madre, colei che per prima -nonostante la povertà e le difficoltà dell'infanzia a Budapest- aveva creduto in lui e, di fatto, nella sua "magia".

 La storia di Houdini ce la raccontano numerose biografie ma anche tanti film, come quello ormai mitico del 1953 con Tony Curtis e Janet Leight. Ma ancor più, secondo me, ci fa sentire sotto pelle questo immenso personaggio la mini serie con Adrien Brody uscita proprio quest'anno in USA. Ecco, di tutto questo abbiamo parlato ieri sera, tra letture (consigliatissimo anche Storie degli Spettri di Massimo Scotti) e brani di Mozart, interventi del pubblico e curiosità sugli spaghetti allo scoglio (perché naturalmente, per vie misteriose che non starò ad illustrare, eravamo arrivati alla Trattoria San Calogero di Vigata assieme a Montalbano). Così questa notte mi sono interrogata anche io su spettri e spiritismo, fate e folletti, libri e personaggi. E sono arrivata alla conclusione che Sherlock Holmes, Watson, Houdini, Conan Doyle e le fate di Elsa e Frances... tutto sommato siano vivi ancor oggi e anzi ieri sera siano stati a tutti gli effetti in biblioteca con noi, magari proprio grazie a Lady Doyle. O forse perché, come argomentò il South Wales Argus "Il giorno in cui uccideremo Babbo Natale con le statistiche, avremo condannato il nostro mondo glorioso a una profonda oscurità". 

Del resto lo avevano già intuito gli antichi quando scrissero Queste storie non accaddero mai, ma sono sempre. Anche senza medium. Solo grazie al potere delle storie, perché non ne esistono al mondo di più grandi.