domenica 5 marzo 2017

Le anime centenni

Le anime centenni sono le mie preferite. Oggi si concludeva la mostra di Katja Snozzi al Museo Vincenzo Vela, un'esposizione che nasce da un libro bellissimo e che, per vie traverse, mi ha fatto scovare una nuova storia intrecciata tra quelle della mia famiglia. 



Commossa e conquistata da questi volti decennali, in questi giorni mi sono (ri)chiesta come potesse essere quello della trisnonna Emilia. Così, mentre rileggevo l'annotazione della sua nascita nell'anno domini 1854 sull faldone dei battesimi dell'antica parrocchia di Santa Maria Segreta, ho scoperto che la sua madrina era una levatrice. Si chiamava Giuseppina Chiesa, era sposata con un mobiliere e aveva almeno una figlia, Maria, che come lei faceva la levatrice e aveva (guarda un po') fatto nascere nonna. Ma la cosa straordinaria è che nel maggio 1870 Giuseppina Chiesa fu processata da Tribunale di Milano perché rifiutò di dichiarare il luogo di venuta al mondo di un neonato. 



Lo fece per proteggere la madre, in virtù di un segreto professionale che non poteva violare, di un patto di lealtà tra donne cui non si sarebbe sottratta. Trascrive il Monitore dei Tribunali che "la Giuseppa Chiesa stimavasi non solo in facoltà, ma anzi in dovere di sottrarre l'indicazione della casa imperrochè tale casa fosse lo stesso domicilio della madre illegittima". Il Tribunale la multò. Lei però non accettò la cosa. In giugno ricorse in appello, sfidò il Pubblico Ministero e ribadì di aver agito secondo giustizia. Questa volta le diedero retta. 




La corte diede ragione alla donna lavoratrice e respinse le richieste del kafkiano messo comunale. Ascoltata la sentenza, Giuseppa si portò la mano al collo e sorrise. Infilò il capellino e uscì dal palazzone color crema di Piazza Beccaria, là dove adesso sta il comando dei Vigili Urbani. Sarebbe passata a casa, in via Armorari 6, a prendere la borsa. Poi via, di nuovo in strada. Un altro bambino aspettava di essere trascinato al mondo da questa donna tostissima che con la sua testardaggine aveva scritto un pezzo della legislazione italiana. E un pezzo della mia storia.