giovedì 11 aprile 2024

Mia Photo e Miart 2024


Pensieri e sensazione sparse da questi assacci di Mia Photo e Miart:

-il reportage, il ritratto, l’immagine del reale tornano a farsi protagonisti. E questo mi piace moltissimo e mi sembra anche assai sensato perché di questi tempi, come mi ha detto una persona assai saggia durante una chiacchierata, e’ “un po’ come se stesse finendo il mondo e tutti siano impegnati in altro”. E ovviamente non va bene affatto. Perché, se non elaboriamo, pensiamo e mastichiamo le catastrofi che abbiamo vissuto e quelle che stiamo vivendo, quelle torneranno sempre come l’Odradek di Kafka.



-fa arte oggi chi riesce a superare l’ansia del nuovo: di dire nuovo, di fare nuovo, di stupire nuovo. Non ne abbiamo, al momento, bisogno. Almeno questo io credo. Abbiamo invece bisogno di pensiero, di cose fatte bene, di precisione estrema. Parafrasando Simone Weil “la qualità dell’attenzione incide molto sulla qualità della preghiera (che poi è arte, dico io, e viceversa). Non vi si può supplire col calore del cuore" (ne’ tanto meno, aggiungo sempre io, con la ricerca spasmodica dell’effetto dirompente).



-l’arte contemporanea di nativi, afro americani e comunità locali, che stiamo imparando a conoscere finalmente con occhi meno falsati, ha una dirompenza, una voce, un’efficacia assai più dirimente di qualunque radicalismo woke (che lo sappiamo: quando eccede, diventa esattamente quel che contesta, ripercorre esattamente la stessa spocchia maschilista, colonialista e qualunquista contro cui protesta).




-la scultura ci impegna più di quanto non facciano la fotografia e la pittura. Come dire: al 2D ormai siamo abituati. Con gli schermi e le loro dimensioni siamo in confidenza. Tutto ciò che interagisce con noi con la terza di dimensione desta più fatica ma, quando colpisce, attiva corde che ultimamente sappiamo usare meno e risvegliarle può essere vitale.



-questa città qui in queste che settimane è un crogiolo di mondi, idee, spunti, persone. Siamo come travolti. Nel bene e nel male. Ma se ci mettiamo in ascolto, se selezioniamo, se andiamo a cercare quel che ci serve, in questo aprile possiamo fare un carico di creatività e freschezza e confronti che ci porteremo dietro per mesi. L’occasione è a portata di tuffo. Buona navigata a tutti noi in questo mare d’arte.



martedì 2 aprile 2024

I Preraffaelliti a Forlì

Tutto il colore e i sensi dei Preraffaelliti ai Musei Civici di San Domenico a Forlì.






E le infinite direzioni che hanno abitato



(che poi lasciarmi fotografare con un’intera parete William Morris come scenografia e’ un sogno proibito che prende corpo - e tappezzeria).