Il Giardino Botanico del Bronx è uno dei più rilucenti, rigogliosi, curati e amati che io abbia mai esplorato. Venti minuti da Grand Terminal, passando attraverso Harlem e le vie rinominate e dedicate a Martin Luther King e Malcom X, ti catapultano in uno spazio che non ti aspetteresti a così breve distanza dà Manhattan. Qui si trova l’unico degli antichi boschi che un tempo ricoprivano la città, dove i nativi cacciavano, vivevano, crescevano le proprie tribù.
Fondato nel 1891 dai botanici della Columbia University Nathaniel e Elizabeth Britton, il giardino deve a Elizabeth una cura speciale e al tempo inedita per le Native Plants, che lei adorava senza indugiare sul fascino facile di ciò che è esotico e lontano. E pure un’altra donna si è adoperata per il Giardino: Beatrix Ferrand, una delle prime al mondo a diventare architetto paesaggista in un’epoca in cui pochissime donne avevano impieghi tanto prestigiosi e impegnativi (suo anche l’intervento ai giardini della Casa Bianca).
E siccome al Botanical Garden del Bronx ci siamo veramente sentiti circondati da piante paradisiache e aliene, aggiungo qualche altra foto qui a seguire. Son certa che nelle mattine novembrine milanesi poterle risfogliare equivarrà a una respirazione yogica completa, essi’.