"Uè Tuminiccu, se tutto va bene portiamo un'offerta alla Madonna stavolta, mi raccumanno!". Suo marito, Angelo Domenico Lippolis, fa sisi con la testa e si concentra sullo stivale che sta riparando da un'ora e passa, mentre il sudore gli cola giù di lato. Questo figlio pare non voler uscire più in questo anno strano che è padre anche di Mendelssohn e Gogol (ma in case molto più sontuose) e che vedrà lo studente Frédéric Staps tentare di pugnalare il Bonaparte. Donato arriverà di qua alle dieci di sera passate, alla luce delle candele, e ancora in fasce sarà un grosso grattacapo per la famiglia tutta: Tuminiccu dovrà presentarsi dal Sindaco a causa sua. Perché sì, proprio da questo 1809 da cui partono tutti i faldoni in cui posso ravanare oggi in digitale, i bimbi si registrano in comune, grazie allo "Stato Civile" voluto da Gioacchino Murat in applicazione del codice napoleonico e dei decreti di pochi mesi prima. Se il padre non andrà, il parrocco non potrà battezzarlo e il fanciullo sarà dannato.
Nonno la detesta la novella burocrazia, ma tre giorni dopo, alle nove di sera in punto, subito dopo il lavoro, si presenta dal Sindaco e fa tutte cose. Suda più che mai ed è nervoso. In paese è uno dei primi a cui tocca. L'addetto lo riceve, annotta ogni dettaglio e per esecuzione della Legge ne fa "iscrizione nel presente libro" con tanto di indice in alfabetico per nome invece che per cognome (!). Epperò Giovanna e lui son pure fieri, che Donato è uno dei primi a Noci a stare sul "libro" e lo dicono a tutti e ne parlano coi vicini. E per fortuna che è tra i primi perché sennò con Serena Solla 200 anni dopo chissà se saremmo mai riuscite a scovarlo!
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