Prendersi la responsabilità del proprio passato e rimettere in fila pezzetti di storia, ovvero: del nuovo ruolo dei musei (un tempo emblemi coloniali, oggi possono diventare avamposti di pensieri nuovi). Che poi, come dice benissimo Esther Tisa Francini: “Monumenti e statue possono considerarsi alla tregua dei documenti negli archivi. Bisogna saperli contestualizzare, senza eliminarli. Sono le tracce del tempo e hanno un impatto nel presente. Senza disconoscere le vicende negative del passato, ha senso educare i cittadini e i visitatori proprio attraverso questi monumenti, esplicitando i rapporti economici, il mondo squilibrato del colonialismo, lo sfruttamento ad esso sotteso. Possono essere considerati anche come una chance per creare uno spazio di riflessione. C’è un parallelo con le opere del Benin: non si restituisce per non averle più, ma per intrecciare nuovi rapporti, riconsegnando anche un sapere negato”.
mercoledì 30 ottobre 2024
"In dialogo con il Benin: arte, colonialismo, restituzione” al Museo Rietberg di Zurigo
“In dialogo con il Benin: arte, colonialismo, restituzione” al Museo Rietberg di Zurigo.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento