martedì 31 dicembre 2024

Cattedrali gotiche, alle Azzorre

Quando sua moglie Maria Guilhermina si ammalò gravemente, il possidente azzorriano José do Canto si mise in testa di realizzare per lei qualcosa di memorabile. Siccome le sue passioni d’elezione erano due, la poesia e la botanica, e siccome aveva viaggiato parecchio sul continente e la liquidità certo non gli mancava, convocò l’architetto francese Andre’ Breton e gli chiese di costruire per Maria una chiesa neogotica che diventasse un domani luogo del di lei (e poi di lui) eterno riposo. Un luogo dalla poesia struggente, circondato da un giardino immenso affacciato sul lago di Furnas in cui il gusto gotico francese si fuse con le istanze micaelensi locali. La chiesa venne inaugurata nel 1888, un anno dopo la morte di Maria Guilhermina Taveira Brum da Silveira.

Nossa Senhora das Vitórias Chapel si staglia in uno scenario riservato, di una pace radicale, circondato da un parco che è una via di mezzo tra la giungla (o almeno la giungla che immagino), un orto botanico continentale, le ampie piantagioni americane e la costa scozzese. Il mondo in piccolo, tutto per lei.
Se non è amore questo!






domenica 29 dicembre 2024

Furnas, nel cuore delle Azzorre





Questa è la straordinaria storia di un viaggiatore inglese che a inizio Ottocento si innamorò di una distesa di foreste poco lontano da Furnas, a Sao Miguel. Ed è pure la storia di un console (sempre inglese) che un paio di decenni più tardi rilevò quel terreno e fece costruire una villa coloniale per sé e la moglie in questo paradiso fatto tronchi e foglie e gli diede il nome di Grena’, in onore del luogo irlandese in cui lei andava sempre in vacanza da bambina. Seguirono poi gli innamoramenti del chirurgo Hilton e del lungimirante Mister Brown, che trasformò la villa in hotel e accolse scrittori e artisti in approdo alle Azzorre. Tra loro c’era pure la scrittrice americana Alice Charlotte Baker, nata a Springsteen nel 1833, appassionata di case e storie di famiglie, fondatrice di scuole con la compagna di vita Susan. Infinite storie delle Azzorre (anche se poi oggi pensavamo fissi fissi a un’amica -abruzzesissima- che colleziona case sperdute, soprattutto quando sono sommerse dal verde e tutte da reinventare).


venerdì 27 dicembre 2024

Lisbona, mon amour

Antologia di saliscendi, giardini botanici, castelli con vista, case ricoperte di azulejos, collezionisti e collezioniste armeni che trasformano la loro infinita ricchezza in infinita bellezza - aperta a tutti. Chiese scoperchiate dal terremoto che ora hanno il cielo per tetto, pavoni che abitano fortezze, personaggi sognati da poeti e poeti sognati da personaggi, orafi francesi che trasformano libellule in gioielli, santi nati qui anche se li chiamiamo da Padova (Antonio, si’. E lo scopro oggi).
Decisamente un ottimo proseguimento per una giornata che la ragazza polpetta aveva aperto facendo precipitare lo spazzolino da denti in quel punto del bagno in cui nulla dovrebbe cadere (e ora per prudenza ne ha comprati due nuovi).


venerdì 13 dicembre 2024

Brera o della Gigantessa

Stregata dalla Grande Brera. Vista ieri, per la prima volta, e da ieri ci penso.

Perché ci sono voluti più di 50 anni, ma ora è uno splendore
Perché Fiumana ha finalmente il ruolo che merita, e ti commuove appena la vedi (il vuoto intorno indispensabile per generare emozioni)
Perché i quadri sono esposti in un modo nuovo che li fa parlare tra loro e supera tanti schemi che avevamo acquisito e pensato immutabili
Perché Picasso sembra trovare casa nel luogo a lui più distante, come accade sempre ai geni
Perché la mostra sulla storia di Brera fa piangere dalla bellezza
Perché nel cortile l’installazione del Fuori Salone che omaggia Raffaello indica una via che è quella che la settimana del design dovrebbe sempre percorrere per lasciare tracce nel dopo: creare per (un po’) rimanere
Perché dalle finestre si vedono i vicoli di Brera e la città che parla
Perché racconta una Milano fatta di cambiamento e inclusione, difficoltà affrontate, strade brulicanti, tanto lavoro anche, ma lavoro amato e generativo. La Milano che spesso ci manca e che talvolta scordiamo. Quella di sicuro non più raccontata perché, a questa città qui, le diamo sempre contro. Ma pure la Milano che ci accoglie, noi cittadini di ogni dove, con segreta bellezza e riservata, costante attenzione.
E poi perché lassù in bella vista Fernanda, amore grande, merita tutto. E senza di lei, forse, oggi avremmo poco e nulla.