Stregata dalla Grande Brera. Vista ieri, per la prima volta, e da ieri ci penso.
Perché ci sono voluti più di 50 anni, ma ora è uno splendore
Perché Fiumana ha finalmente il ruolo che merita, e ti commuove appena la vedi (il vuoto intorno indispensabile per generare emozioni)
Perché i quadri sono esposti in un modo nuovo che li fa parlare tra loro e supera tanti schemi che avevamo acquisito e pensato immutabili
Perché la mostra sulla storia di Brera fa piangere dalla bellezza
Perché nel cortile l’installazione del Fuori Salone che omaggia Raffaello indica una via che è quella che la settimana del design dovrebbe sempre percorrere per lasciare tracce nel dopo: creare per (un po’) rimanere
Perché dalle finestre si vedono i vicoli di Brera e la città che parla
Perché racconta una Milano fatta di cambiamento e inclusione, difficoltà affrontate, strade brulicanti, tanto lavoro anche, ma lavoro amato e generativo. La Milano che spesso ci manca e che talvolta scordiamo. Quella di sicuro non più raccontata perché, a questa città qui, le diamo sempre contro. Ma pure la Milano che ci accoglie, noi cittadini di ogni dove, con segreta bellezza e riservata, costante attenzione.
E poi perché lassù in bella vista Fernanda, amore grande, merita tutto. E senza di lei, forse, oggi avremmo poco e nulla.
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