martedì 18 agosto 2015

In viaggio verso il Devon e la Cornovaglia: il giorno uno tra la casa di Jane, pietre secolari e cattedrali in mezzo ai prati

Siccome il viaggio di quest’anno è stato più intenso e rivelatore che mai e visto che alcune indicazioni possono essere utili ai prossimi viaggiatori, eccomi qui con un po’ di appunti sulla mia otto giorni nel Sud della Gran Bretagna. Del resto ricordare tutto attraverso la scrittura mi permette di rigodermela un po’. E di rivivere quei momenti pieni di luce e di bellezza direttamente da qui, sdraiata nel giardino di Montaletto.

Giorno Uno



Arrivati a Londra e ritirata la nostra fiammante auto a noleggio, ci siamo subito messi in moto verso Chatwon e la casa di Jane Austen, che desideravo visitare da secoli! Dall’aeroporto di Gatwick, con l’indispensabile stradario della Michelin alla mano, ci si mette poco più di un’oretta.  Sul sito ufficiale del museo ci sono tutte le indicazioni degli orari e, con un pizzico di fortuna come quella che ho avuto io, potrebbe capitarvi di assistere a una riunione delle Alresford Lacemakers, un meraviglioso gruppo di signore che vi illustrerà l’antica arte del merletto sorseggiando una tazza di tè fumante. Si tratta di una tecnica difficilissima e affascinante che si sposa perfettamente con l’ambiente circostante e l’atmosfera ottocentesca. Io sono stata guidata da una paziente lady dai capelli bianchi nel creare un pezzettino di decorazione proprio nel centro del giardino. Ci ho messo 
molto più tempo del dovuto, ma infine ce l’ho fatta! Sulla casa di Jane potrei naturalmente dilungarmi ore, ma preferisco di gran lunga indirizzarvi al mio sito di riferimento, quello della straordinaria Silvia Ogier che ogni appassionata della Austen dovrebbe aver salvato tra i preferiti sul proprio browser. Ecco qui il suo pezzo sulla visita a ChawtonIn calce all'articolo trovate tutti i link per esplorare angolo dopo angolo la casa di Jane, dove il profumo di lavanda vi investirà ad ogni passo. L’unica nota personale che mi sento di dover aggiungere è che l’emozione più grande per me sono stati proprio il giardino, gli alberi, le piante. 


L’idea che siano lì da quando c’era Jane, che con certezza li abbia sfiorati, ci sia seduta accanto, abbia sentito lo stesso intenso odore di fiori… ecco la trovo una cosa avvincente come poche altre al mondo. E così ora provo a ricercare quelle sensazioni ri-leggendo i suoi romanzi.

Sempre seguendo il suggerimento di Silvia, per pranzo -mentre intorno a noi decine di auto d’epoca si aggiravano per le stradine di Chawton- ci siamo fermati al Cassandra’s Cup, una sala da tè dove i sandwich sono gustosissimi e le torte deliziosamente deliziose. E’ esattamente di fronte alla casa di Jane e porta il nome di sua sorella. Trovate i dettagli qui  e il menu quiLa lettura che consiglierei prima di questo viaggio è sicuramente Jane Austen: i luoghi e gli amici, edito in Italia da Jo March (uno di quegli editori gioiellino che seguo sempre con piacere e che già dal nome offre naturalmente il migliore dei programmi). Si tratta del racconto di viaggio di due sorelle, Constance ed Ellen Hill, che nel 1901 “infilarono in valigia taccuini e matite, noleggiarono un calesse vecchio stile e partirono alla ricerca di “Austenland”, come chiamarono, in modo bizzarro e ingegnoso, il mondo di Jane Austen – quel luogo fisico (l’Inghilterra della sua vita e dei suoi romanzi) ma anche letterario (il microcosmo delle persone della sua vita ma anche dei suoi personaggi) e soprattutto metafisico (la fonte dei sentimenti generati nei suoi lettori) sul quale regna incontrastato e sempre rigoglioso il suo genio creativo, da oltre duecento anni”. Siccome in libreria faticavo a trovarlo, l’ho prenotato direttamente online.  Ecco qui il link.  Subito dopo pranzo, siamo ripartiti verso Stonehenge da cui ci divideva un’altra oretta di auto. Avevo prenotato la nostra visita alle 17.30 attraverso il sito ufficiale come suggerito dalla Lonely Planet. In realtà avrei voluto realizzare un piccolo sogno: visitarlo la sera tardi con un gruppo ristretto di persone ed entrare nel centro del cerchio. Per farlo ho compilato il form che trovate qui




Ma sono arrivata in ritardo e i posti erano già esauriti, quindi mi sono “accontentata” della visita tradizionale. Siccome c’era un grosso incidente stradale lungo la A30 (tanto che, proprio nel suo primo giorno di guida all’inglese, Riccardo si è visto costretto a guidare contromano –su direttive della polizia stradale, eh!!), ci siamo diretti a Stonehenge senza passare da Salisbury a lasciare le valigie. Abbiamo parcheggiato gratuitamente mostrando i nostri biglietti e abbiamo fatto una breve sosta al centro visitatori. Anche se eravamo in anticipo rispetto all’orario previsto per la visita, ci hanno permesso di accedere al sito senza problemi. Lo si raggiunge a piedi o in bus attraverso i campi di grano e, nonostante il gran numero di visitatori, mi ha impressionata. I corvi volteggiavano sulle pietre e l’atmosfera mi è parsa mistica e silenziosa come quella che avevo respirato a Carnac l’anno scorso. Certamente la visita in notturna deve essere ancora più forte e, se riuscite a prenotare per tempo, penso sia un’esperienza che valga la pena fare. Ma con la giusta concentrazione, anche in mezzo a persone che arrivano da tutto il mondo, non potrete che rimanere colpiti dalla potenza con cui queste opere mastodontiche fondono arte e natura. L’amica Benedetta consiglia una visita anche ad Avebury. Io non ce l’ho fatta per ragioni di tempo, ma sicuramente è un altro sito da segnare nel taccuino dei posti da visitare!


Ripresa la nostra auto, siamo partiti per Salisbury. Trovare il collegio dove avremmo pernottato non è stato semplice perché alcune strade erano chiuse alle macchine, ma l’attesa ci ha ripagati.  Riccardo di questo luogo si è innamorato, e io anche. Potete prenotare una stanza qui e se amate i soggiorni semplici ma suggestivi questo è il posto che fa per voi. Il Sarum College si trova infatti nel cosiddetto The Close, proprio di fronte alla cattedrale. Vi sembrerà di essere in un film di Miss Marple tanto è delizioso, o ancor meglio in un episodio di Padre Brown perché entrando potrebbe accadervi di trovare un buffo prete che fa battute sul suo abito, come è accaduto a noi. La sera passeggiare per la città e nel parco è stato incantevole. Salisbury è un gioiellino ed è anche vivacissima: gli scorci sul fiume Avon, i ragazzi sdraiati nei prati e quelli seduti a sorseggiare sidro o birra, i negozietti curati e… persino un Wagamama dove ci siamo fermati per una cena leggera dopo l’abbuffata del pranzo. Una serata meravigliosa (nel luogo dove si trova la Magna Carta e che per questo ha un po' il sapore della libertà), accompagnata da una luce cangiante e una “pace vissuta”, come solo quella delle cittadine antiche ma allo stesso tempo piene di studenti sanno regalare. La colazione al college è buona, fresca e abbondante. Io mi sono data ai cereali e poi pane tostato, burro (in Inghilterra è eccezionale) e marmellate. Dopo una notte in cui ero svenuta dalla stanchezza e dal pienone di sensazioni… ci voleva proprio!

To be continued...

Giorno Due

Giorno Tre
ps. Le ultime due foto sono di Riccardo Bianchi, mio fotografo preferito e molto altro!

      

Nessun commento:

Posta un commento