martedì 30 luglio 2024

Viaggio a Nord della Norvegia


Tornare al nord e alle terre di frontiera. In una stagione che per loro è quella di bassa, perché chi viene quassù lo fa perlopiù durante la notte polare e quindi ora è tutto pacato, dormiente, rallentato (la gioia di mettere in fila queste tre parole qui, mamma mia!!). Oltre che - diciamolo- la gioia di un fantastico +10 gradi che per chi arriva dalla rovente Milano significa godersi appieno il proprio piumino (al solo sentirmi usare questo termine, ieri my sister ha avuto un mancamento).

L’esplorazione nella terra dei Sami (quelli che malamente un tempo chiamavamo lapponi) e’ cominciata in Finlandia qualche anno fa e poi è proseguita su libri e papers vari nei mesi prima di questa nuova partenza verso la Norvegia, quando la ragazza polpetta, che di secondo lavoro fa la stalker patentata, ha contattato non so più quanti docenti e studiosi e curatori. E tutti (santi subito) le hanno risposto! E anzi hanno rilanciato inviando volumi digitali, consigli e suggerimenti accuratamente annotati nel taccuino di viaggio.
Così nella Tromso di Amundsen per prima cosa ci precipitiamo al Nordnorsk Kunstmuseum dove la voce dei Sami dialoga con quella di altri nativi e del Pulitzer Navajo Raven Chacon, che esplora i suoni affini e butta giù i pregiudizi a colpi di ritmo e grafismo. Perché per i Sami così come per l’artista Ingunn Utsi, per dirne una, le pale eoliche sono l’ennesimo scempio sulla via delle renne. Come a ribadire: anche nella presunta ecologia, noi altri teniamo stretti un sacco di stereotipi che forse sarebbe ora di rivedere. Come gli stereotipi dei Sami solo tradizione e costumi colorati. Eccoci quassù per provare, anche a questo giro, a rimettere tutto in discussione ed aprirci all’eco delle terre di frontiera, ai Sami contemporanei che creano un’arte che parla dei loro antenati e quindi pure di noi, e degli esploratori che, comunque vada, partono alla ricerca di chi si è sperduto tra i ghiacci (che qui poi, lo sappiamo bene seppur fingiamo di scordarlo, la natura domina ancora senza far quasi nemmeno un plisse’).











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