La lettura (e la scrittura) in Irlanda sono cose serissime. Ieri abbiamo visitato la maestosa e impressionante Old Library, che custodisce un patrimonio librario immenso su cui troneggia la gigantesca sfera terrestre che Luke Jerram ha realizzato con le scansioni di migliaia di fotografie della Nasa. Gaia, così si chiama l’installazione, dovrebbe essere un memento sui temi ambientali anche se in realtà pare dirti: “Nei libri trovi il mondo. Sappilo ascoltare”.
Comunque, in questo luogo di paradiso -come Borges definiva le biblioteche- si trova la star del Trinity: il Book of Kells, un raffinato e delicato vangelo portato qui dai monaci che lo miniarono sull’isola di Jona, al largo della Scozia. E’ chiaramente un capolavoro, però i libri sotto teca diventano un po’ meno libri e un po’ più oggetti da esposizione e confesso che mi hanno emozionata di più quelli agli scaffali della Old, tra i busti antichi, e quelli eccezionali sulle pareti di un’altra pazzesca biblioteca, la Marsh Library accanto a S. Patrizio. Prima biblioteca pubblica di Irlanda, questo palazzo ospitava a studiare tra le sue stanze Wilde e Bram Stoker e pullula oggi di bibliotecari desiderosi di raccontare la storia di quei volumi, tutti consultabili e sfogliabili previa prenotazione. Ma oltre alle biblioteche e oltre al museo del Moli, che ho amato moltissimo e che rende omaggio agli scrittori di Irlanda, se si amano i libri forse il luogo più imprescindibile (mi si perdoni sé questa formula è un doppio superlativo assoluto ma serve) e’ la Sweny’s Pharmacy. Era tardissimo ieri ma facendo una corsa siamo arrivati in tempo per conoscere l’intrepido, eccezionale, geniale, sorprendente PJ Murphy. Vi assicuro che gli aggettivi sono pochi per lui. Conosce 10 lingue, suona con maestria (appena siamo entrati stava suonando la chitarra infatti), ha letto l’Ulisse oltre 100 volte (“l’articolo di giornale alla parete dice 59, ma era ben 10 anni fa”), gestisce questo spazio come centro culturale e forse un po’ centro di culto perché questa era la farmacia frequentata abitualmente da Joyce nonché quella in cui nel capitolo 5 Leopold Bloom compra una saponetta al limone. Ecco appunto. In Irlanda leggere (e scrivere) sono cosa viva e fondativa. Tanto quanto lavarsi le mani con un buon sapone dalla punta agrumata.
Nessun commento:
Posta un commento