sabato 3 agosto 2024

Storie delle Lofoten

 Storie delle Lofoten:

-Mary Eliassen, fioraia, che negli anni Sessanta pensa che le antiche dimore dei pescatori possano diventare delle cabine tipiche per i viaggiatori e inventa qualcosa che il marito Thomas non si sarebbe mai potuto immaginare
-il pescatore di merluzzo con l’incisivo spezzato nella foto del rorbu in cui dormo (e mille volte mi chiedo se sia stato un pesce che si dimenava, una caduta durante una tempesta o una rissa in barca)
-i libri (purtroppo solo in norvegese) su Hanna Marie Resvoll-Holmsen, botanica vissuta a cavallo tra Otto e Novecento che con la sorella Thekla fu tra le prime a studiare le piante di quassù e andò in missione alle Svalbard
-il giovane messicano Tomas che con la sua famiglia prende il gestione l’underhuset, letteralmente “il sottocasa” che un tempo era una fabbrica di lavorazione del pesce con annesso emporio (tutte le foto dell’antica famiglia alle pareti) e inizia a proporre guacamole e tacos ai norvegesi abbinandoli ai sapori e ai pesci di quassù
-le panettiere della Bakery di A (il paesino più remoto delle Lofoten che prende il nome dall’ultima lettera dell’alfabeto norvegese) che preparano roll alla cannella con la stessa ricetta e nello stesso forno del 1878
-la bellezza del caffè di Laura a Svolvær dove si sorseggiano espressi mentre si fa la maglia
-Ric che quando la ragazza polpetta dice che dato il gran sole si potrebbe andare a fare il bagno in una delle spiagge lungo la via, pensa bene di scegliere la più remota, irraggiungibile e mitologica delle rive del nord (ma alla fine il bagno l’ho fatto lo stesso e l’acqua era così gelida che la sento ancora nelle gambe). E poi la nemesi fa sì che lui si scordi le scarpe sul tetto dell’auto prima di ripartire e le suddette capitombolino in strada - fortunatamente quando non abbiamo nessuno dietro di noi!









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